martedì 3 luglio 2012


               "je t’aime tant, je t’aime tant"

                                             
L’amore che sto cercando non è bisogno di avventura né paura di vivere da solo. Non è il richiamo dell’ennesima poesia ma un credo più profondo. Perchè senza due corpi e due pensieri differenti, finisce il mondo. Scrittori, saltimbanco, poeti, romanzieri, cantastorie … quanti si sono incessantemente dedicati all’amore.E’ difficoltoso esprimere il mio desiderio di amore se non con le parole di una donna straordinaria: Francoise Sagan, conosciuta un po’ da tutti come l’autrice di ”Bounjour tristesse”. La Sagan in realtà si chiamava Quoirer e nasceva da una famiglia benestante. Francoise, da giovane, assomigliava molto alla classica ragazza di buona famiglia di oggi. Viene formata alla vita con una educazione importante, perché importante certamente sarebbe stato il suo ruolo nella società. Il destino l’aveva gia’ proclamata regina , il suo futuro non poteva esser che  meraviglioso e radioso. La sua formazione “d’eccellenza” però non aveva fatto i conti con il suo cuore che la porterà a fare scelte diverse, non più mirate ad un ruolo di donna al centro del mondo , bella e famosa, ma ad una donna di cuore. La sua ricchezza fu delapidata con estrema facilità e ha vissuto i suoi ultimi anni nella più totale povertà. Francoise Sagan, famosa scrittrice, è  stata soprattutto una donna di cuore. I suoi libri ci dicono di aprire il cuore all’ amore e che non c’è fortuna o ricchezza paragonabili all’amore; unica ragione di vita. L’amore è l’unica cosa che conta veramente. Anche io come lei socchiudo i miei occhi e sussurro le parole più belle del mondo: je t’aime tant, je t’aime tant e mentre lo dico, nella mia mente lei mi appare, proprio davanti a me, con gli occhi socchiusi sussurrandomi: je t’aime tant, je t’aime tant. Incarna  una musa messa al centro del mondo per raffigurare l’amore all’ennesima potenza; amore che  per crescere davvero deve essere l’emozione delle cose più preziose per la  sopravvivenza,  la scoperta di una semplice realtà che muove il mondo intero. Perché senza due corpi e due pensieri differenti non c’è futuro.

                                                                                                     -Fiore e il Sig. G -

"...Il mio piu' grande desiderio è che tu faccia parte di questa mia nuova vita ..."



Lo so che non ti piace molto questo nome. Tu preferisci essere chiamata Maria. Era tanto che volevo scriverti , ma  non ho mai avuto abbastanza coraggio. Coraggio per dirti quanto ti voglio bene e quanto mi manchi. Coraggio per dirti che, vederti un volta al mese , quando vengo a trovare la mia nipotina, non mi basta. Coraggio per dirti quanto mi ha fatto male quando mi hai detto che non potevo più rimanere a casa tua. Ma lo capisco; hai la tua vita e devi pensare alla tua famiglia. D’altronde dovrebbe essere la mamma a prendersi cura dei suoi figli e non viceversa. Ci sono tante questioni in sospeso tra di noi. Forse troppe. Non sono stata una madre modello,certo; ma ho sempre fatto tutto quello che potevo per te, per noi. Purtroppo sai che su tuo padre non potevo molto contare, mi sono dovuta rimboccare le maniche per arrivare a fine mese. Quante volte passavo tutta la giornata al lavoro e ti lasciavo dalla nonna. Non mi hai mai perdonato di essermi persa tante cose della tua vita. E forse non me lo perdono nemmeno io. Ma a volte la vita ti mette di fronte a determinate scelte e non puoi fare altro che accettarle. Non so come dovrebbe comportarsi una madre nei confronti di una figlia , ma la freddezza che c’è a volte tra noi, gela il mio cuore. Forse ho continuato ad essere un peso per te; anche quando mi hai ospitata in casa tua e una volta, quando abbiamo litigato, mi hai anche detto che non sono una mamma. Ma d’altronde sei come me, quello che pensi lo dici sempre.O forse sei come ero io una volta: coraggiosa. Come ero io una volta. Però lo  so che ti preoccupi per me: quando mi telefoni e ti preoccupi per la mia salute che ogni tanto fa i capricci! Voglio dirti oggi , ospite dell’Albergo Cittadino, senza nulla , con poche carte da giocare, che la mia vita non è alla fine, ma ad un punto di inizio. Sto conoscendo nuove persone che riempiono la mia solitudine, il mio vuoto. Ce la sto mettendo tutta, e chissà un giorno potrò trovare qualcuno diverso da tuo padre, qualcuno che si prenda davvero cura di me e ricostruire la mia vita , pezzetto per pezzetto. Come era prima, meglio di prima. Il mio più grande desiderio è che tu faccia parte di questa nuova vita che  con tanta fatica sto costruendo. E quando questo succederà, sarà più facile per me, venire a casa tua, guardarti in viso ed essere fiera di me stessa, così, finalmente, potremo passare insieme tutto quel tempo che non abbiamo avuto in passato. Ti abbraccio.
                                                                                                                                                Mamma

martedì 17 aprile 2012

" ... Tra 10 anni ?... con una gran voglia di recuperare il tempo perso !!


Giovanni è una persona a dir poco interessante. La prima impressione che mi ha dato è quella di un uomo un po’ chiuso, restio a socializzare;  in parte forse è così. Ma approfondendo la conoscenza, sono emersi aspetti della sua personalità che mi hanno colpita positivamente. Ha parlato delle sue esperienze di vita molto apertamente, con grande trasparenza e spirito autocritico. In lui ho visto una persona che crede ancora nel futuro nonostante tutto e che ha fatto tesoro di tutto ciò che gli è accaduto. E’ stata una chiacchierata unica nel suo genere, Giovanni sa anche essere  ironico e spiritoso.
Quello che gli premeva di più di questa intervista era il riuscire a lanciare un messaggio, dare un senso alla sua testimonianza… E penso proprio che ci sia riuscito; leggere per credere…

SA: La vita di strada ha cambiato il tuo modo di pensare? Se sì, in quale modo?
GI: Sì, prima ero molto più chiuso rispetto questa realtà, ora meno.
SA: Quale era la tua idea rispetto alle persone senza fissa dimora prima di vivere questa situazione?
GI: Li snobbavo. Li vedevo come persone che portavano degrado, mentre io vivevo in un certo modo. Li vedevo appartenenti ad un mondo diverso dal mio. Adesso li comprendo un po’ di più, nonostante mantenga un po’ del mio solito distacco.
SA: Quale è la tua più grande paura?
GI:Non poter uscire da questa realtà, data la mia età. Vicenza per me è un ambiente bigotto, mi sento etichettato per ciò che è accaduto nel passato, e dunque mi risulta difficile “riscattarmi”.
SA: Cosa ti fa più arrabbiare?
GI: I tradimenti da parte delle persone. In amore, amicizia, in qualsiasi situazione. Questo credo perché sono rimasto scottato in passato. Ho paura anche delle mie reazioni, quando mi trovo in situazioni difficili. Ho poco autocontrollo ed esplodo facilmente. Lo ritengo un grande difetto.
SA: Un aspetto positivo dell’Albergo Cittadino?
GI: E’ un rifugio quando non hai null’altro. Speriamo che lo sia per il meno possibile.
SA: Ti senti discriminato per il fatto che vivi qui?
GI: Sì, non ne vado fiero, infatti spesso lo nascondo e non dico a nessuno che dormo all’Albergo Cittadino. Dire di esser un ‘ospite di questa struttura significa essere fortemente discriminato.
SA: Cosa ti piace fare durante la giornata?
GI: Mi piace tenermi informato, vado spesso in biblioteca.
SA: sei Credente?
GI: Non lo so … ma ogni tanto sento al voglia di andare in chiesa.
SA: Cosa ti fa sorridere?
GI:Le situazioni positive, come trovare lavoro ad esempio!
SA: Che importanza dai al denaro?
GI: Una grande importanza. Bisogna però saperlo gestire; in caso contrario i soldi possono causare tanti danni , come nel mio caso.
SA: Quale è il tuo ricordo più vivo rispetto al passato?
GI: Sicuramente Cuba. In particolare una storia d’amore che ho avuto con una ragazza cubana con la quale ho vissuto dei bei momenti. Un rapporto trasparente, durato anni, una storia un po’ travagliata,  purtroppo interrotta per cause esterne.
SA:Meglio un rimpianto o un rimorso?
GI:Un rimpianto. Perchè il rimorso è un peso che ti porti avanti per sempre. Rimpiango di aver ecceduto con droghe, alcool e divertimenti.
SA: Se avessi la bacchetta magica…
GI: Se avessi una bacchetta magica tornerei indietro con il tempo per ricominciare tutto da capo e farlo diversamente. Studiare, avere un lavoro onesto, una famiglia …insomma una vita pulita e serena
SA: E i tuoi innumerevoli viaggi?
GI: Sono stato a Cuba ; ho vissuto in uno dei quartieri più malfamati dell’ Havana, Cajo Hueso. Cuba è stato l’unico posto in cui non mi sono mai sentito giudicato. Poi sono stato  in Repubblica Dominicana, Colombia, Venezuela, Argentina, Paraguay (il posto più infernale di tutti) e Uruguay. Per lavoro sono stato anche in Somalia, ho persino superato la mia paura dei serpenti
SA: Come ti vedi tra 10 anni?
GI: Un persona tranquilla, con tanta esperienza alle spalle e con una gran voglia di recuperare il tempo perso. Di certo non mi vedo all’Albergo Cittadino. Sai…l’Italia non è un paese che si occupa in maniera adeguata delle realtà come l’Albergo Cittadino. Spesso si ricorre a gesti estremi come la violenza per farsi tenere in considerazione. L’ascolto da parte degli enti che gestiscono queste realtà dovrebbe essere fondamentale.
SA: Sei felice?
GI: No
SA: Sei pessimista?
GI:Sì!
SA: Quando eri bambino, come ti immaginavi da grande?
GI: Sognavo di comporre musica, ero condizionato da mio padre che era appassionato di musica. Mi hanno sempre attirato i musicisti di strada; mi rivedo un po’ in loro.
SA: Cosa consiglieresti ad un giovane che è cresciuto in un ambiente difficile?
GI: Solo di cercare di vivere in maniera tranquilla, senza affrettare  i tempi.Di rispettare le regole ed i valori della società e di non cadere nel materiale. Personalmente il materiale ha portato nella mia vita solo problemi. Penso sia fondamentale anche avere degli affetti sani.
                                                                                      -SARA E GIOVANNI-