Giovanni è una
persona a dir poco interessante. La prima impressione che mi ha dato è quella
di un uomo un po’ chiuso, restio a socializzare; in parte forse è così. Ma approfondendo la conoscenza, sono
emersi aspetti della sua personalità che mi hanno colpita positivamente. Ha
parlato delle sue esperienze di vita molto apertamente, con grande trasparenza
e spirito autocritico. In lui ho visto una persona che crede ancora nel futuro
nonostante tutto e che ha fatto tesoro di tutto ciò che gli è accaduto. E’
stata una chiacchierata unica nel suo genere, Giovanni sa anche essere ironico
e spiritoso.
Quello che gli
premeva di più di questa intervista era il riuscire a lanciare un messaggio,
dare un senso alla sua testimonianza… E penso proprio che ci sia riuscito;
leggere per credere…
SA: La vita di strada ha cambiato il tuo modo di
pensare? Se sì, in quale modo?
GI: Sì, prima ero molto più chiuso rispetto questa
realtà, ora meno.
SA: Quale era la tua idea rispetto
alle persone senza fissa dimora prima di vivere questa situazione?
GI: Li snobbavo. Li vedevo come persone che portavano
degrado, mentre io vivevo in un certo modo. Li vedevo appartenenti ad un mondo
diverso dal mio. Adesso li comprendo un po’ di più, nonostante mantenga un po’
del mio solito distacco.
SA: Quale è la tua più grande paura?
GI:Non poter uscire da questa realtà, data la mia età.
Vicenza per me è un ambiente bigotto, mi sento etichettato per ciò che è accaduto
nel passato, e dunque mi risulta difficile “riscattarmi”.
SA: Cosa ti fa più arrabbiare?
GI: I tradimenti da parte delle persone.
In amore, amicizia, in qualsiasi situazione. Questo credo perché sono rimasto scottato
in passato. Ho paura anche delle mie reazioni, quando mi trovo in situazioni
difficili. Ho poco autocontrollo ed esplodo facilmente. Lo ritengo un grande
difetto.
SA: Un aspetto positivo dell’Albergo
Cittadino?
GI: E’ un rifugio quando non hai
null’altro. Speriamo che lo sia per il meno possibile.
SA: Ti senti discriminato per il fatto
che vivi qui?
GI: Sì, non ne vado fiero, infatti
spesso lo nascondo e non dico a nessuno che dormo all’Albergo Cittadino. Dire
di esser un ‘ospite di questa struttura significa essere fortemente
discriminato.
SA: Cosa ti piace fare durante la
giornata?
GI: Mi piace tenermi informato, vado
spesso in biblioteca.
SA: sei Credente?
GI: Non lo so … ma ogni tanto sento al
voglia di andare in chiesa.
SA: Cosa ti fa sorridere?
GI:Le situazioni positive, come trovare lavoro ad
esempio!
SA: Che importanza dai al denaro?
GI: Una grande importanza. Bisogna
però saperlo gestire; in caso contrario i soldi possono causare tanti danni ,
come nel mio caso.
SA: Quale è il tuo ricordo più vivo
rispetto al passato?
GI: Sicuramente Cuba. In particolare una storia d’amore
che ho avuto con una ragazza cubana con la quale ho vissuto dei bei momenti. Un
rapporto trasparente, durato anni, una storia un po’ travagliata, purtroppo interrotta per cause esterne.
SA:Meglio un rimpianto o un rimorso?
GI:Un rimpianto. Perchè il rimorso è
un peso che ti porti avanti per sempre. Rimpiango di aver ecceduto con droghe,
alcool e divertimenti.
SA: Se avessi la bacchetta magica…
GI: Se avessi una bacchetta magica tornerei indietro con
il tempo per ricominciare tutto da capo e farlo diversamente. Studiare, avere
un lavoro onesto, una famiglia …insomma una vita pulita e serena
SA: E i tuoi innumerevoli viaggi?
GI: Sono stato a Cuba ; ho vissuto in
uno dei quartieri più malfamati dell’ Havana, Cajo Hueso. Cuba è stato l’unico
posto in cui non mi sono mai sentito giudicato. Poi sono stato in Repubblica Dominicana, Colombia,
Venezuela, Argentina, Paraguay (il posto più infernale di tutti) e Uruguay. Per
lavoro sono stato anche in Somalia, ho persino superato la mia paura dei
serpenti
SA: Come ti vedi tra 10 anni?
GI: Un persona tranquilla, con tanta esperienza alle spalle
e con una gran voglia di recuperare il tempo perso. Di certo non mi vedo
all’Albergo Cittadino. Sai…l’Italia non è un paese che si occupa in maniera
adeguata delle realtà come l’Albergo Cittadino. Spesso si ricorre a gesti estremi
come la violenza per farsi tenere in considerazione. L’ascolto da parte degli
enti che gestiscono queste realtà dovrebbe essere fondamentale.
SA: Sei felice?
GI: No
SA: Sei pessimista?
GI:Sì!
SA: Quando eri bambino, come ti immaginavi da grande?
GI: Sognavo di comporre musica, ero
condizionato da mio padre che era appassionato di musica. Mi hanno sempre
attirato i musicisti di strada; mi rivedo un po’ in loro.
SA: Cosa consiglieresti ad un giovane che è cresciuto in
un ambiente difficile?
GI: Solo di cercare di vivere in maniera tranquilla,
senza affrettare i tempi.Di
rispettare le regole ed i valori della società e di non cadere nel materiale.
Personalmente il materiale ha portato nella mia vita solo problemi. Penso sia
fondamentale anche avere degli affetti sani.
-SARA E GIOVANNI-
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